L’olmo

Venezia oggi è torrida. L’odore afoso dei canali avvolge la città, una luce gigantesca sbatte ovunque e il signor L. non ha tregua, nemmeno nello studio al piano terra, è appena ritornato da Parigi e già non vede l’ora di ripartire. Davanti agli occhi ha l’olmo che Berlinde De Bruyckere ha esposto alla Biennale, nel padiglione belga, un grande corpo muto e sradicato bendato da fogli cerati e da stracci, in un tentativo di tenere insieme ciò che è stato abbattuto e adesso non può che avviarsi alla decomposizione. Non si tratta di un’immagine armonica e dunque del rinvio a un pensiero relativista o postmoderno, bensì di uno strappo nell’antropologia che pare aver liberato l’uomo dai vincoli del proprio corpo, lasciandone a terra le vestigia, i residui, la struttura disarticolata. Pare di vedere ancora il bagliore della fiammata che lo ha ridotto in quel modo. Pare di sentirne la vampata. Il signor L. sbuffa, l’estate a Venezia è davvero calda.

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11 risposte a L’olmo

  1. Jihan ha detto:

    ci vorrebbe un temporale…. 🙂

  2. tilladurieux ha detto:

    Signor L. siamo in due a non avere tregua.

  3. gaiagertrude ha detto:

    Sono un po’ più a nord ma non è che si stia meglio… preferisco il fresco. Ah, la Biennale… Devo ancora andarci quest’anno.

    • L. ha detto:

      La Biennale è sempre molto interessante, una babele di linguaggi che spesso apre la strada a ciò che sarà. Faccia una bella passeggiata, GG. 🙂

  4. ludmillarte ha detto:

    un po’ di malinconia Signor Elle. spero tutto prosegua per il meglio.
    un caro saluto.
    Ludmilla

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